Friday 16 March 2012

contare

Contare da quanto tempo fa male. Cercare di ricordare anche. Ricordare come ero io, in che modo ero diversa, come sapevo lasciarmi andare.

Qualche volta fermarmi e osservarmi come se potessi abbandonare il mio corpo e guardare questa ventottenne dall'esterno. Vedermi quando sorrido, vedermi quando il viso diviene serio e lo sguardo concentrato, vedermi quando mi irrigidisco e allontano. Quando non lascio che qualcun altro prenda il controllo.

Ho dimenticato come ci si sente tra quelle braccia, come sia affondare il viso, stringere forte e godersi quella sensazione. E' da sempre e da mai. L'ho dimenticato e giorno dopo giorno ho imparato a costruirmi in altri modi quella sicurezza che serve ad affrontare il mondo. In una sorta di autarchia e autosufficienza necessarie e imposte dallo status quo.

No, questo non è un post allegro o spensierato. Questo è un post di come mi sento stasera, domani è un altro giorno, un'altra vita. Oggi mi cullo in questa malinconia, in questa passività, in queste lacrime soppresse.

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